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domenica 12 aprile 2020

STEP #9


“Novecento”, Maurizio Cattelan, Castello di Rivoli, 1997

Nel 1997, Maurizio Cattelan espose per la prima volta un’opera con un cavallo appeso ad un soffitto.
La scelta di utilizzare un cavallo vero, ma imbalsamato, gli costò molte critiche; tuttavia, Cattelan, non lo imbalsamò semplicemente, ma ne cambiò le proporzioni.
Il collo è piegato verso terra in modo innaturale e le zampe sono molto più lunghe di quanto avrebbero dovute essere, quasi a far sembrare che il cavallo voglia cercare di arrivare a terra, ma senza successo.
Guardando l’opera in modo distratto, sembrerebbe che non abbia nulla a che fare con il tema dell’invenzione, anzi, potrebbe quasi apparire come una natura morta.
Se cosí fosse, però, per quale motivo l’opera sarebbe stata chiamata: “Novecento”?
Il Novecento é stato a tutti gli effetti un secolo di svolta dal punto di vista tecnologico: i computer, i robot, il dirigibile, l’aereo, lo spazio, e molto altro sono stati scoperti o inventati in quegli anni.
Tuttavia c’é stata un’altra invenzione, forse la più importante di tutte: l’automobile. 
Già... Senza di essa, probabilmente, la società per come la conosciamo oggi non sarebbe mai potuta esistere.
Ed é proprio entrando in quest’ottica che si può comprendere un animale appeso al soffitto; se, fino alla fine del ‘800 il cavallo era l’unico mezzo di trasporto dell’uomo, ora anch’esso é stato soppiantato da una nuova tecnologia più efficiente.
Il tempo di questo cavallo è finito, e anche se cerca in tutti i modi di “tornare” a terra allungando le zampe, per tornare a svolgere la sua vecchia funzione, il suo sforzo é inutile, poiché é così che funziona il progresso.





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